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sonnolenza che aveva gli passa di colpo.
Gli è tornato in mente che tra poche ore Anna sarà di nuovo con lui in quella casa
dove ha vissuto a lungo e dove non c è un angolo in cui non si siano furiosamente
abbracciati, baciati, amati.
Rena è in cucina, sorveglia la cameriera che sta lucidando le posate d argento. È
convinta che, appena distoglie gli occhi, la moldava si metta in tasca almeno una
forchetta.
«Rena!»
È Andrea che la chiama dalla camera da letto. Perché non dorme? Che gli piglia?
Decide di far finta di non avere sentito, non può lasciare sola la cameriera.
«Rena!»
Deve proprio andarci. Chissà che gli ha preso. Conta rapidamente le posate e va in
camera da letto.
«Che c è?»
«Guarda un po » dice Andrea sollevando il lenzuolo.
È in stato di grazia.
Rena ridacchia di gola, golosa, gli occhi le brillano, chiude a chiave la porta,
comincia a spogliarsi.
Al diavolo l argenteria. Non si perde un occasione così.
Una sera, a Monticello, mentre stavano seduti sulla panchina davanti alla fontana a
guardare il tramonto, Fabio aveva domandato:
«Tua madre è tornata alla carica?»
Giulia aveva capito al volo.
«Sì. Ormai me ne parla almeno due volte alla settimana. Io mi secco, le rispondo
male, ma lei non demorde.»
«Un bel fastidio.»
«Insopportabile. Guarda, proprio ieri ha attaccato che avevamo appena iniziato a
mangiare, allora io mi sono alzata e me ne sono andata. Lei mi è corsa dietro,
insultandomi.»
«Davvero?»
«Sì, mi ha detto che sono una stronza.»
«Addirittura!»
«Sostiene che sto sciupando la mia gioventù dando troppo peso a un episodio che
mi è successo quando ero una bambina.  Ma lo sai a quante è capitato e non ne hanno
fatto la gran tragedia che ne stai facendo tu? , così mi ha urlato dietro.»
Aveva fatto una pausa e aveva continuato:
«Sto seriamente pensando di andarmene da casa. Tanto, economicamente sono
autonoma.»
«Non sarebbe una cattiva...»
«Però...»
«Però?»
«Lo sai, la solitudine mi fa paura. Anche se papà e mamma mi rompono le scatole,
sono pur sempre una presenza.»
«Anche con me i miei hanno ripreso il loro discorso preferito. Anzi, domenica
scorsa, a pranzo, mi hanno addirittura fatto il nome di una loro candidata.»
«E chi sarebbe?» aveva domandato Giulia sorridendo.
«Una mia cugina. L ho vista due o tre volte.»
«Com è?»
«Carina. Dev essere una brava ragazza.»
Il sole era calato. Cominciava a fare fresco.
«Rientriamo?»
«Aspetta» aveva detto Fabio. «M è venuta un idea. E se tu venissi a vivere con me,
a casa mia?»
Giulia era frastornata.
«Ma cosa...»
«Ti spiego. Tutti, da tempo, ci credono amanti. E noi l abbiamo lasciato credere
perché non ce ne fregava niente. Se vieni a stare da me penseranno che abbiamo
deciso di consolidare il nostro rapporto con la convivenza. Lo troveranno logico. Ai
miei dirò di avere scoperto che sono innamorato di te. Tu dirai lo stesso ai tuoi. La
nostra casa diventerà così una specie di fortino che renderà vano ogni attacco
matrimoniale. E nella nostra casa tu e io continueremo a essere liberi di comportarci
come crediamo, senza doverne rendere conto io a te e tu a me. Non ti pare una buona
idea? Che ne dici?»
Giulia lo aveva guardato, ormai un ombra nel buio. Aveva un groppo in gola. Di
felicità.
«Che ne dici?» aveva insistito Fabio.
«Ti va bene se arrivo domani pomeriggio armi e bagagli?» aveva domandato
Giulia.
E l aveva abbracciato forte.
Rena va a rispondere al telefono.
«Stasera ci vediamo.»
È Gianni. È la prima volta che la chiama sul telefono di casa.
«No, stasera proprio non posso. Vengono...»
«Lo so chi viene. La mia non era una domanda, ma un affermazione. Tra i tuoi
ospiti, stasera, ci sarò anch io.»
«Ma va !»
«Mi ha convinto Matteo.»
«Ha fatto bene. Volevi qualcosa?»
«No, niente, solo preavvertirti.»
«A più tardi, allora.»
Andrea, che si è appena alzato, si sta dirigendo in cucina per bere il caffè che la
cameriera gli ha preparato.
«Lo sai chi viene stasera?»
«Chi?»
«Gianni.»
«Chi?»
«Gianni Rocchi. Non te lo ricordi? Il nostro...»
«Ah, sì. Ma chi l ha riesumato?»
«Matteo.»
«E come mai aveva il nostro numero di telefono?»
«Gliel avevo dato io.»
«Fammi capire, tu e Gianni vi siete già visti?»
«È stato per caso, tempo fa.»
«Ah» fa Andrea.
E va a bersi il caffè.
Hanno deciso di fare una piccola pausa.
«Mi divertirò, stasera, a guardare Rena nelle inedite vesti di padrona di casa»
attacca a un tratto Giulia.
«Non si può dire che ti stia simpatica» dice Fabio.
«No, non si può dire.»
«Non ti è mai andata giù la mia storia con lei?» domanda lui con un sorrisetto.
«No, se proprio ci tieni a saperlo.»
«Perché?»
«Mi ha portato troppo disturbo. Ogni volta che mi dicevi che sarebbe venuta qua,
io ero costretta a uscire di corsa. E a restarmene fuori anche quattro ore. Certi
pomeriggi ho dovuto vedere due volte di fila lo stesso film.»
«La vuoi sapere una cosa?» dice Fabio. «Tu non puoi immaginare quanto ho
sperato di poterti ricambiare il favore! Uomo o donna non importa, mi dicevo, basta
che si porti a casa qualcuno! E invece niente, mi son dovuto rassegnare a convivere
con una monaca.»
Ridono.
«A proposito di Rena» dice Fabio, «mi sono capitati, del tutto casualmente, mentre
consultavo una vecchissima pratica, dei ritagli di giornale. Sono rimasto molto
sorpreso. Riguardavano proprio Rena.»
«Se erano vecchissimi come potevano...»
«Invece sì. Rena, all epoca, aveva quasi quattro anni. La sua sorellina, Tilde, di
qualche anno più grande di lei, è morta annegata dentro una cisterna per l acqua
piovana che c era nel giardino della loro casa.»
«Una disgrazia?»
«Vedi, questa Tilde, che era una bambina non certo tranquilla, quando ne faceva
una delle sue, andava a nascondersi. Quella volta si andò a infilare dentro la cisterna,
che era asciutta. Ci stavano lavorando dei muratori e perciò c era una scala che
arrivava al fondo.»
«Scusami, ma se era senz acqua, come ha fatto la bambina a...»
«Questo è il punto. Quando la mamma ha pensato che Tilde potesse essersi
nascosta dentro la cisterna e ci è andata, ha visto che l imboccatura era chiusa col
coperchio di ferro e...»
«Scusa, era pesante il coperchio?»
«Perché?»
«Perché la bambina avrebbe potuto aprirlo dall interno.»
«Avrebbe potuto se al coperchio non fosse stato messo il lucchetto, la cui chiave,
come si scoprì dopo, era scomparsa. Insomma, quando la madre arrivò alla cisterna e
la vide chiusa dall esterno, logicamente si convinse che sua figlia lì dentro non
poteva esserci e continuò a cercarla in altri posti.»
«Torno a chiederti: se la cisterna era asciutta, come hai detto tu, come ha fatto la
bambina a morire annegata?»
«Fu il padre, che intanto era rientrato in casa e si era messo alla ricerca, a notare
che, attraverso un buco del coperchio, la bocca di una grossa pompa d innaffiamento
vi gettava dentro acqua.»
«Un momento. La bambina poteva salire sulla scala e spingere fuori dal buco la [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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